L'abito non fa il monaco, ma il politico sì: dalla cravatta alle scarpe da ginnastica come ci si vestirà in Parlamento
La proposta è stata portata avanti da Salvatore Caiata di Fratelli d'Italia. Decisioni congelate per qualche mese: deciderà l'ufficio di presidenza
L'abito non fa il monaco. Ma forse il politico. O almeno di questo qualcuno è fermamente convinto.
Ecco allora che nell'estate della politica italiana segnata da questioni più o meno serie, non poteva mancare il tormentone dell'abito adatto, il "dress code" per dirla in maniera esterofila e internazionale, per essere abilitati a entrare e sedere sui banchi del Parlamento.
L'abito non fa il monaco, ma il politico sì
Fatto sta che sulla proposta di Fratelli d'Italia attraverso il deputato Salvatore Caiata si è sollevato un autentico polverone.
Obbligo di cravatta e divieto delle scarpe da ginnastica (le cosiddette sneakers) per tutte le persone (dai parlamentari ai collaboratori ai visitatori) che entrano nelle sedi di Camera e Senato.
E' questa in estrema sintesi la proposta contenuta in un ordine del giorno in previsione del Bilancio con primo firmatario il rappresentante del partito di Giorgia Meloni.
Il documento è stato approvato con 181voti a favore e 100 contrari.
Obbligo della cravatta e niente scarpe da ginnastica, ma...
Nella fattispecie, in concreto dopo una serie di mugugni e proteste Caiata ha chiesto che si valuti:
"l'opportunità di proseguire nelle attività, attualmente in corso, volte a disciplinare anche la formalità dell'esercizio del mandato del deputato e dell'accesso di chiunque nelle sedi della Camera sulla base di un assetto normativo che preveda: il rispetto del decoro formale, tramite il divieto indistinto per chiunque - parlamentare, collaboratore, dipendente o visitatore - dell'utilizzo di scarpe da ginnastica ogni qualvolta acceda nelle sedi della Camera; l'obbligo per i deputati, collaboratori, dipendenti e visitatori di sesso maschile di indossare sempre la cravatta".
Se ne riparlerà più avanti
A questo testo che, in effetti non fa cenno a cravatta e scarpe da ginnastica, si è arrivati dopo che più di un parlamentare, anche nella stessa maggioranza, aveva arricciato il naso di fronte all'idea del collega di Fdi.
Da qui l'idea di "ammorbidire" un po' il testo iniziale e riparlarne più avanti. Anche perché nel testo più "leggero" anche le disposizioni rigide per collaboratori e visitatori sono state al momento "congelate".
Come si articolerà il documento e quali saranno le effettive disposizioni sull'abbigliamento in Parlamento lo sapremo tra qualche mese dopo le valutazioni dell'ufficio di presidenza.
Le reazioni
Non si sono fatte attendere. Tra quelle contrarie, le rimostranze del Movimento 5 Stelle attraverso Riccardo Ricciardi:
"Non si fanno problemi a togliere il reddito di cittadinanza a centinaia di migliaia di famiglie, ma questa maggioranza ha come priorità l'obbligo della cravatta e il no alle scarpe da ginnastica".
Niente stroncature, ma tutto sommato un "falso problema" secondo Filiberto Zaratti di Alleanza Verdi e Sinistra:
"Non mi pare che ci siano deputati che vestano in malo modo".
A dar man forte a Caiata invece Simonetta Matone, magistrato, della Lega:
"Il rispetto per chi ci ha eletto passa anche attraverso l'abbigliamento, che è come un codice di comportamento. Non è rispettoso venire qui in abbigliamento da spiaggia o vestiti sportivi con le scarpe da ginnastica. Non stiamo facendo footing".