Una storia da brividi

A dieci anni dal trapianto di fegato, scrive alla moglie del donatore: "Tuo marito mi ha salvato la vita"

Le vite di Roberto Cona, morto in un tragico incidente stradale, e di Luigi Caprara sono legate indissolubilmente dal luglio del 2013

A dieci anni dal trapianto di fegato, scrive alla moglie del donatore: "Tuo marito mi ha salvato la vita"
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Le vite di due uomini intrecciate per sempre. E' questa la storia che riguarda Luigi Caprara e Roberto Cona, i quali, dal 28 luglio 2013 sono legati in modo indissolubile. E il tutto è da ricondurre a un trapianto di fegato, organo che dal corpo di Roberto, morto tragicamente pochi giorni prima in un incidente stradale, è stato impiantato in quello di Luigi permettendogli di continuare a vivere.

"Tuo marito mi ha salvato la vita".

E' questo il messaggio che Luigi, proprio nel giorno del decimo anniversario della sua operazione, ha voluto inviare in una lettera a Marina Fontana, moglie di Roberto, per ringraziare di cuore il marito scomparso, il quale gli ha fatto il regalo più grande.

"Tuo marito sarà sempre il mio angelo".

A 10 anni dal trapianto, scrive alla moglie del donatore

E' una storia da brividi quella che ci viene raccontata dal nostro portale Prima Firenze e che riguarda la vicenda che lega i coniugi Roberto Cona e Marina Fontana con Luigi Caprara. Una storia di dolore, ma anche di amore e di gratitudine, quella che Luigi Caprara ha voluto manifestare nei confronti di Marina Fontana, moglie di Roberto Cona, attraverso una lettera a cuore aperto.

"Ciao Marina non mi conosci, mi presento: io sono Luigi e 10 anni fa tuo marito mi salvò la vita. Domani 28 luglio sono 10 anni che sono stato trapiantato di fegato all'ospedale Cisanello di Pisa. Tuo marito sarà sempre il mio angelo".

Il giorno del tragico incidente col tir

Il punto d'origine di questa storia è quindi da ricercare in una tragedia avvenuta nel 2013. Al chilometro 260, in Toscana vicino Firenze, tra Rioveggio e Barberino, infatti, Marina Fontana e Roberto Cona, mentre erano in viaggio verso la Sicilia da Milano, sono rimasti coinvolti in un gravissimo incidente stradale con un tir. Entrambi vennero subito trasportati all'ospedale di Careggi. Per Roberto poco dopo - 12 ore come racconta la stessa Marina - verrà dichiarata la morte celebrale.

"Tuo marito mi ha salvato"

Adesso, esattamente a 10 anni dalla morte di Roberto una lettera.

"Un dono speciale - racconta Marina sulla propria pagina Facebook - Un segno".

Già, perché in questi anni la donna ha cercato in tutti modi di risalire chi fossero le persone che avevano ricevuto le donazioni. Una battaglia per provare in qualche modo di alleviare quel dolore che lacera l'anima.

Il messaggio è quello di Luigi Caprara, che con un incrocio dei dati è risalito proprio a Marina. Ad aiutarlo a mettere nero su bianco quelle emozioni lunghe dieci anni è stata la figlia.

"In tutti questi anni ho sempre fatto fare una Messa per Roberto, ma ho avuto il coraggio di scriverti solo adesso. Grazie infinite" scrive Luigi Caprara.

E poi la ricostruzione di questi anni, come i pezzi di un puzzle che compongono una cornice.

"Dal mese di dicembre 2013 mi sono messo al computer per rintracciare quelli che avevano donato gli organi poiché facevo la fotoferesi a Cinisello (ospedale di Pisa). Ho saputo che il mio organo veniva da Careggi. Io sono stato chiamato dall'ospedale alle ore 20.30 dicendomi che dovevo stare in ospedale entro le ore 23.30 per la preparazione".

Quel fegato era di Roberto.

"La mattina presto sono entrato in sala operatoria per poi risvegliarmi a piene facoltà mentali dopo il 20 agosto 2013 -prosegue la lettera -  Perché ero talmente debilitato prima del trapianto, che ero giunto quasi alla fine".

Ad aiutare Luigi nel risalire a quello che era il suo donatore alcuni articoli sul web.

"Ho letto la vostra storia su internet e ho capito. Quel giorno era una domenica, e a Careggi quel giorno solo una persona aveva donato gli organi e solo un fegato è stato trapiantato, quello donato a me. Ancora non reggo alle lacrime ogni volta che ci penso".

Un segno inaspettato, come lo ha definito Marina, perché "grazie a Roberto e alla donazione dei suoi organi, la vita vince sulla morte, e a la salute vince su una malattia senza questo trapianto inguaribile. Sapevo già che la donazione era l'unica scelta giusta".

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