Miracoloso intervento

Nipotino di un anno in arresto cardiaco, il nonno lo salva al telefono col 118

A San Gimignano (Siena) il nonno ha salvato il piccolo con l'aiuto di Sara Ferragalli: "Non è stato bravo, di più. È stato concentrato tutto il tempo, sempre connesso con me"

Nipotino di un anno in arresto cardiaco, il nonno lo salva al telefono col 118
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Il legame tra un nonno e un nipotino è sempre speciale. Ma ci sono casi in cui lo è certamente di più. Come quello tra un piccolo di un anno e suo nonno di San Gimignano, in provincia di Siena. Il bimbo è troppo piccolo per aver capito cosa è successo, ma sicuramente quando sarà un poco più grande glielo racconteranno e siamo certi che si commuoverà. Perché deve letteralmente la vita al nonno, che lo ha salvato da un attacco cardiaco.

Bambino di un anno ha un arresto cardiaco, il nonno lo salva

Erano le 18.54 giovedì 21 luglio 2023 quando da casa del piccolo è arrivata una chiamata ai soccorsi. E' un anziano, che racconta che suo nipote di un anno ha perso i sensi. Dall'altro capo del telefono c'è Sara Ferragalli, infermiera dell’Emergenza-urgenza. Subito l’operatrice si informa sulle condizioni del bimbo e giudica, in sintesi, che sia in arresto cardiaco da soffocamento. Inizia quindi a guidare il nonno nelle manovre di rianimazione cardiopolmonare.

Sono minuti di grande tensione, sia in casa che al telefono. Guidato dall'operatore di Centrale operativa con le istruzioni pre-arrivo, il nonno effettua la rianimazione cardiopolmonare, ottenendo il ritorno alla circolazione spontanea poco prima dell'arrivo dei mezzi di soccorso. A quel punto il bambino può venire dato in custodia ai soccorritori, giunti sul posto, che lo portano all'ospedale Meyer di Firenze. Le condizioni sono buone e si trova ricoverato in osservazione breve al Pronto soccorso.

Il racconto della operatrice Sara Ferragalli

Il nonno, certo, ha compiuto un atto davvero straordinario. Ma il merito è da dividere con Sara Ferragalli, la telefonista che lo ha guidato per tutto il tempo.

Sara Ferragalli

"Ho trasmesso al mio interlocutore tutto ciò che avrei fatto io, con sicurezza. Senza un riferimento visivo, è difficile capire se la persona le effettua correttamente. Per questo, ho cercato di essere più specifica possibile e di trasmettere le cose giuste per ridurre il margine di errore. Ho suddiviso in microperazioni chiedendo via via se fossero state eseguite. Il nonno non è stato bravo, di più. È stato concentrato tutto il tempo, sempre connesso con me. Ho capito che il bimbo si era ripreso dal cambiamento nella voce del nonno, diventata a un certo punto più rilassata".

Una catena che ha funzionato in ogni sua parte

Quello che per molti è un evento straordinario, per gli operatori del 118 è attività giornaliera. Lo sa bene la giovane soccorritrice.

«Non è la prima volta per me, è il nostro lavoro. Siamo abituati a vivere queste situazioni, sono ordinarie. Lo straordinario è trovare un interlocutore così collaborante".

"Oltre alla guida nelle operazioni di rianimazione cardiopolmonare fatte da me, l’infermiera master Michela Gronchi ha attivato subito l’elisoccorso, dopodiché, sempre in cuffia con il nonno, l’operatrice tecnica Azzurra Cherubini si è tenuta in contatto con il personale sull’ambulanza per dargli informazioni in tempo reale sull’evoluzione degli eventi".

"È una catena che ha funzionato in ogni sua parte. Siamo abituati, noi lavoriamo cosi: organizzati, tutti uniti e veloci. Sempre».

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