Simone Di Matteo, il poeta della natura trionfa al Festival letterario “Baiano in versi, tra l’eremo ed il cielo”
L'irriverente autore vince al "Baiano in versi, tra l'eremo ed il cielo" con la lirica "Il canto del cigno"
La poesia è quell’unica porta d’accesso che permette di raggiungere la massima libertà nel più piccolo degli spazi. Lo sa bene Simone Di Matteo, poeta d’amore e della natura che, grazie alla versatilità della sua penna e alla gentilezza del suo animo, è riuscito a raggiungere persino i meandri più impervi attraverso la forza delle parole. Luoghi insoliti e al tempo stesso non troppo dissimili da quelli che si ritrovano ne Il canto del cigno, ultimo componimento dell’Irriverente scrittore e giornalista che si è aggiudicato il primo Premio alla Poesia nel corso della III edizione del Festival della Letteratura e delle Arti Visive “Baiano in versi, tra l’eremo ed il cielo”.
"Il canto del cigno" di Simone Di Matteo conquista il primo posto
Dallo stile ermetico e impenetrabile, ma anche e soprattutto raffinato, Di Matteo si è sempre contraddistinto, tra le altre cose, per la sua poesia pura e di non facile interpretazione. L’apparente imperscrutabilità delle sue opere letterarie, però, cela una grande profondità, tant’è che è stata proprio questa peculiarità a permettergli di raggiungere il podio della premiazione. E Il canto del cigno, in effetti, ne è una chiara ed ennesima dimostrazione, dal momento che all’interno di sole cinque quartine l’autore è riuscito a condensare una condizione esistenziale nella sua totalità.
“La scrittura è sempre stata una parte integrante di me. – afferma Di Matteo - Scrivo perché scrivere è tra le poche cose che mi riescono bene. Traggo ispirazione dalle mie e dalle esperienze degli altri, dai luoghi che ho vissuto, da ciò che osservo, dal bagaglio di turbamenti che anche io, come chiunque altro, mi porto dentro, da quegli incontri inaspettati che mi capita di fare, dalle avventure che intraprendo, dalle emozioni che quotidianamente provo, dalle gioie e dai dolori, dai successi e dai fallimenti. Per quel che riguarda ‘Il canto del cigno’, in particolare, ripongo molta fiducia nella potenza delle immagini che qui ho voluto imprimere nero su bianco. Ci sono il dolore, la morte, la sofferenza. Ma ci sono anche la vita, la bellezza e la grazia che mantengono vivo un bagliore di speranza sulla tanto temuta quanto inevitabile fine della nostra esistenza mortale”.
Ad annunciare la vittoria del componimento al concorso è stato Di Matteo in persona nei giorni scorsi, mediante un post diffuso sui suoi canali social ufficiali:
“Presso il Teatro Colosseo di Baiano – si legge - l’associazione Amedit, presieduta da Giuseppe Maggiore, e la Repubblica dei Poeti, il cui cofondatore è il semiologo Renato Ongania, hanno assegnato al mio componimento “Il canto del cigno” il primo Premio alla Poesia, nel corso della III edizione del Festival della Letteratura e delle Arti Visive “Baiano in versi, tra l’eremo ed il cielo”. La manifestazione ideata da Stefania Russo e coordinata dal filosofo e poeta Bartolomeo Theo Di Giovanni è patrocinata da WikiPoesia, l’enciclopedia poetica più consultata d’Italia”.
Nel corso dell’evento, inoltre, l’ex viaggiatore di Pechino Express ha ricevuto un encomio speciale da parte dell’amministrazione comunale e del Dr. Sindaco Enrico Montanaro per il suo prezioso contributo all’arricchimento del patrimonio artistico-culturale contemporaneo. Un riconoscimento al talento a dir poro prestigioso, in relazione al quale Bartolomeo Di Giovanni, annunciando la partecipazione di Di Matteo al prossimo premio nazionale La Fontana del Cuore in qualità di giurato, ha voluto ribadire: “Simone Di Matteo è il poeta della natura che, attraverso le sue nobili emozioni, riesce a cogliere l’essenza della vita trascrivendola in versi delicati ed eleganti”.
Il canto del cigno (Simone Di Matteo) - Testo
Su di un dolce e costiero lago immacolato
C’era danzante un cigno insanguinato
Per manifestare il suo dolore
Confessava immemore al vento del suo dolce amore
Quanta strada percorrono i pensieri
Le emozioni di oggi mescolate a quelle di ieri
Il ricordo è un frutto sbiadito dal tempo
Cantava alla luna consapevole il cigno del suo tormento
Cullano le acque ogni pensiero
Come le onde di sessa di cui l’alato essere andava fiero
Il candido manto del sangue innocente macchiato
E il cigno sprofondava la notte nel suo triste peccato
Apparve sulle sponde non troppo lontano
Un pescatore vecchio a tendergli la mano
Con la voce roca rotta dal pianto
L’uccello leso regalò all’uomo il suo ultimo canto
Un’aria straziante e mai prima udita
Nostalgica e malinconica, a tratti smarrita
Davanti i suoi occhi si spense la vita
Dimenticando del cigno ogni languida ferita
La morte per l’occasione vestita da sposa
Se l’era portato in grembo ed ora felice riposa
La pace concessa sorvolò ben oltre le ridenti cascine
Toccò al vecchio pescatore poi la stessa fine