Direttore di Poste Italiane ai domiciliari: spiava con videocamere nascoste le dipendenti al bagno
Una lavoratrice, casualmente, si è accorta di uno strano oggetto nella toilette: da lì è emersa la verità
Un degradante repertorio di oltre 120mila immagini e video che immortalavano le colleghe dell’ufficio all’interno del bagno con una telecamera nascosta nella toilette femminile. E non solo: scaricava e trasferiva foto e video intimi sul computer personale. Ai domiciliari il direttore di un ufficio postale di Taranto, in Puglia.
Direttore di posta spiava le colleghe in bagno con videocamere nascoste
Sono scattati nelle scorse ore gli arresti domiciliari per il direttore di un ufficio postale alla periferia di Taranto, a causa del concreto pericolo di reiterazione del reato. A dare rilievo alla vicenda, emersa a marzo 2022, era stata per prima la Gazzetta del Mezzogiorno. Una dipendente di Poste Italiane si era recata nel bagno dell’ufficio quando, al momento di uscirvi, le era cascato l’occhio su uno strano oggetto: dentro ad un contenitore nascosto nell’ala riservata alle donne c'era una telecamera, collegata a una batteria con un cavo. La prima reazione della lavoratrice, sconvolta, era stata quella di confidarsi con una collega.
La scoperta e le giustificazioni traballanti
Le due avevano provato a indagare per far luce sulla situazione e si erano accorte della presenza di una scheda di memoria inserita nella telecamera. All’interno, fra i filmati che immortalavano le donne nell’atto di utilizzare i servizi igienici, c’era un video che mostrava proprio il direttore accendere la telecamera e piazzarla nel posto dove è stata trovata fortuitamente. Diffusasi la notizia, le colleghe avevano deciso di affrontare direttamente il superiore.
L’uomo, però, aveva negato ogni coinvolgimento, giurando – al contrario – di aver sì trovato quella telecamera in passato (come le prove video testimoniavano), ma di averla rimessa “al suo posto” per poter cogliere con le mani nel sacco il reale colpevole. Le donne non erano convinte di quella spiegazione, motivo per il quale hanno proceduto con una denuncia ai finanzieri che, guidati dal pm Buccoliero, avevano dato il via alle indagini. Il punto di svolta delle operazioni era arrivato con la perquisizione a casa del direttore: gli agenti, infatti, avevano ripescato nel computer personale dell’uomo centinaia di migliaia di immagini. L’imputato, ben consapevole della gravità di quanto compiuto, aveva cercato di eliminare ogni traccia facendo una pulizia completa del pc: gli investigatori, però sono riusciti a recuperare tutte le prove.
A seguito di un anno di accertamenti ed indagini, per il direttore delle Poste è scattata l’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Francesco Maccagnano. L'uomo, già sospeso dalle mansioni lavorative, dovrà ora comparire davanti al giudice.