L'indennizzo "standard"

Quanto spetta alle famiglie dei morti sul lavoro nel 2023

Cifre più basse rispetto al 2022, ma il Governo ha promesso un implemento

Quanto spetta alle famiglie dei morti sul lavoro nel 2023
Pubblicato:
Aggiornato:

In Italia si continua a morire sul lavoro con una frequenza impressionante. Anche nella prima parte del 2023 i dati fanno spavento: parliamo in media di oltre due morti al giorno (festivi e giorni non lavorativi compresi). Oltre a tutti gli altri infortuni. Le vittime rilevate tra gennaio e aprile 2023 sono state 264, con una media impressionante di 66 decessi al mese e più di 15 alla settimana.

Alle famiglie di coloro che perdono la vita sul lavoro spetta un indennizzo una tantum, che nel 2023 è stato ridotto - almeno al momento -rispetto all'anno precedente. Ma vediamo bene cosa è successo e quanto spetta alle famiglie delle vittime del lavoro in Italia.

Quanto spetta alle famiglie delle vittime di incidenti sul lavoro in Italia

Il Decreto che stabilisce gli indennizzi per le famiglie dei morti sul lavoro - passato un po' sotto traccia - risale alla metà di maggio 2023 (Clicca qui per scaricare il testo del decreto) e stabilisce l'importo dei risarcimenti per il 2023 alle famiglie delle vittime sul lavoro.

Il valore delle indennità viene fissato ogni anno dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che gestisce il “Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro”, istituito nel 2007 con la Legge 296 del 2006.

Per le famiglie delle vittime di incidenti sul lavoro nel 2023 gli importi saranno i seguenti:

  • 4.000 euro nel caso di un superstite
  • 7.500 euro nel caso di due superstiti
  • 11.000 euro nel caso di tre superstiti
  • 14.500 euro nel caso di più di tre superstiti.

Importi decisamente al ribasso rispetto a quelli del 2022, che invece erano i seguenti:

  • 6.000 euro nel caso di un superstite
  • 11.400 euro nel caso di due superstiti
  • 16.800 euro nel caso di tre superstiti
  • 22.400 euro nel caso di più di tre superstiti.

Come si decide la cifra per le famiglie dei morti sul lavoro

Gli importi spettanti alle famiglie delle vittime di incidenti sul lavoro vengono decisi annualmente dal Governo, tenendo conto delle risorse a disposizione (quest'anno erano 5,5 milioni contro i 9,8 del precedente, anche se la ministra del Lavoro Marina Calderone ha spiegato che con il Decreto Lavoro approvato proprio in questi giorni sono stati aumentati i fondi e che dunque i risarcimenti potrebbero essere rivisti, arrivando alle cifre del 2022) e soprattutto della nota tecnica dell'Inail che elaborando i dati a disposizione fa una previsione sul numero complessivo di infortuni mortali che ci si possono aspettare. Insomma, è più una questione tecnica che strettamente politica.

In seguito a tutte le verifiche del caso, viene poi fissato un indennizzo specifico in base alle circostanze.

Gli importi del 2022 poi erano particolarmente alti, i più corposi degli ultimi cinque anni. Giusto per capirci, nel 2018 la cifra massima era di 13.000 euro, nel 2019 si andava da 3.700 14.200 euro, nel 2020 da 4.000 a 15.500 e nel 2021 da 5.000 a 19.000. Dunque possiamo dire che sì, è stato il primo ribasso dell'ultimo quinquennio ma siamo tornati ai livelli del passato.

A chi spetta l'indennizzo per i morti sul lavoro

L'indennizzo per i familiari morti sul lavoro spetta a:

  • coniuge;
  • figli legittimi, naturali, riconosciuti o riconoscibili, adottivi fino al 18° anno di età. Fino al 21° anno di età se studenti di scuola media superiore o professionale e fino al 26° anno d’età se studenti universitari. In caso di maggiorenni inabili, finché dura l’inabilità.

In mancanza di coniugi o figli:

  • genitori, naturali o adottivi, se a carico del lavoratore deceduto;
  • fratelli e sorelle, se a carico o conviventi con il lavoratore deceduto.

Come funzione il fondo per i morti sul lavoro e come richiedere l'indennità

Il Fondo inoltre, oltre all'indennizzo una tantum, prevede anche  un’anticipazione della rendita dei superstiti pari a tre mensilità della rendita annua, calcolata sul minimale di legge per la liquidazione delle rendite. Tale anticipazione è prevista esclusivamente per i superstiti di lavoratori soggetti alla tutela assicurativa obbligatoria (a differenza dell’indennità una tantum che spetta anche ai non assicurati).

Per ottenere l’indennità nei termini fissati dal Decreto morti sul lavoro, i superstiti devono presentare richiesta presso la sede Inail di competenza tramite:

  • sportello della sede competente
  • posta ordinaria
  • PEC (posta elettronica certificata).

Morti sul lavoro: i dati del primo quadrimestre 2023

Come detto, il fenomeno della mortalità sul lavoro rimane una piaga piuttosto sensibile in Italia. Secondo i dati dell'Osservatorio Vega Engineering  tra gennaio e aprile 2023 ci sono stati 264 morti.

Particolarmente elevata la mortalità tra i giovani compresi tra i 15 e i 24 anni, che è del 50% superiore rispetto ai colleghi nella fascia d'età tra i 25 e i 34 anni. Fino ai 14 anni, sono state denunciate ancora 20.859 lesioni (oltre il 10% del totale).

Un'altra preoccupazione significativa riguarda i lavoratori stranieri, il cui rischio di infortunio mortale è quasi doppio rispetto agli italiani, con un tasso di mortalità del 15,2% rispetto all'8,3% degli italiani.

Le denunce di infortuni complessive continuano a diminuire, registrando un calo del 26,4% rispetto ad aprile 2022. Questo dato è confortante, ma ha una spiegazione logica: nei primi mesi del 2022, gli infortuni per Covid erano ancora molto numerosi. Pertanto, la conclusione dell'emergenza sanitaria è la vera causa di questa diminuzione.

Il settore manifatturiero rimane il più colpito dagli infortuni.

Le regioni più a rischio, in zona rossa, sono Umbria, Valle d'Aosta, Abruzzo e Marche.

Seguici sui nostri canali