APPELLO ALLE ISTITUZIONI

Il Moige sugli youtuber del suv: "Chiudere subito tutti i canali social di TheBorderline"

Dopo la politica anche il Movimento genitori chiede una "stretta" sull'utilizzo dei social per scongiurare tragedie come quella del piccolo Manuel

Il Moige sugli youtuber del suv: "Chiudere subito tutti i canali social di TheBorderline"
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Chiudere immediatamente i canali di "TheBorderline" da tutti i social e non limitarsi a renderli privati, attraverso un accesso non consentito "liberamente" (e incautamente).

E' questa la posizione che il Moige, il Movimento italiano genitori sta rivendicando in queste ultime ore tanto che ha già presentato una formale richiesta in tal senso dopo il tragico incidente avvenuto nella periferia di Roma, a Casal Polacco.

La stretta sui social chiesta dal Movimento genitori

"In pochi minuti sono state distrutte le vite di molte famiglie, quella coinvolta nell'incidente, ma anche quelle dei ragazzi a bordo dell'auto che pensavano di fare una bravata che avrebbe portato molti follower ai loro canali", ha commentato Antonio Affinita, direttore generale del Moige.


Il massimo rappresentante dell'associazione ha poi aggiunto:

"C'è bisogno di una maggiore educazione civica e stradale, a partire dalle scuole, ma c'è un altro elemento che non possiamo ignorare: ancora una volta, dai social è partita una challenge mortale, che è costata una vita umana".

Da opportunità a grave pericolo, gli appelli del Moige

Da queste considerazioni a fronte della tragedia che ha visto la morte del piccolo Manuel, ecco la richiesta formale dell'associazione, ovvero chiudere i canali del gruppo di youtuber:

"Si tratta di contenuti pericolosi, che spingono altri giovani all'emulazione. I social media possono essere veicolo di valori, intrattenimento e conoscenza, ma anche una rischiosa cassa di risonanza per contenuti di questo tipo, che condizionano in modo profondamente negativo i ragazzi, in un'età in cui si è facilmente influenzabili. E' necessario premiare chi veicola valori etici e sani principi, anziché chi veicola messaggi potenzialmente dannosi".

La perquisizione nella casa del conducente del Suv

Nel frattempo, ieri sera, i Carabinieri hanno effettuato una perquisizione nell'abitazione di Matteo Di Pietro, il giovane indagato per omicidio stradale per la morte di Manuel, mentre l'attività istruttoria è coordinata su delega della Procura di Roma.

In attesa di un un riscontro concreto su questa perquisizione domiciliare, più in generale sono complessivamente cinque i telefoni su cui la Procura della Capitale ha affidato incarico per una consulenze tecnica per ricavare elementi utili alle indagini.

Occhi puntati sui telefonini degli youtuber

Nella fattispecie, si tratta dei dispositivi mobili sequestrati alle cinque persone che erano a bordo del Suv Lamborghini che si è scontrato violentemente e drammaticamente contro la Smart.

Come detto, la speranza degli inquirenti è ricavare elementi utili alle indagini. Dunque non solo i video (sui quali si sta concentrando anche mediaticamente l'attenzione maggiore), ma anche i messaggi dei cinque amici che possano risultare utili alla fase investigativa e portare a ricostruire quanto avvenuto il 14 giugno scorso.

Al momento nel fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, resta però indagato solo Matteo Di Pietro, il 20enne che era alla guida del Suv noleggiato.

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