L'Antitrust contro i pandori Balocco di Chiara Ferragni: "Le vendite non aiutavano la ricerca sul cancro"
Si indaga sulla campagna benefica dell'imprenditrice digitale con l'azienda dolciaria cuneese destinata all'ospedale Regina Margherita di Torino,
Anche durante le ultime festività natalizie Chiara Ferragni era finita nell'occhio del ciclone. Non una novità per l'imprenditrice digitale più celebre d'Italia che, insieme al marito Fedez, complice la sua grandissima esposizione mediatica è solita essere al centro delle contestazioni. La polemica dello scorso Natale, tuttavia, aveva riguardato un motivo tutt'altro che criticabile: il progetto benefico dei pandori Balocco limited edition per raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro dell'ospedale Regina Margherita di Torino.
Tra le prime a sollevare dubbi c'era stata la giornalista Selvaggia Lucarelli, la quale si era chiesta quanto in questa operazione ci sia di commerciale e quanto, invece, di realmente benefico. A distanza alcuni mesi, però, a volerci vedere chiaro su questa collaborazione a fin di bene è l'Antitrust che ha aperto un’istruttoria nei confronti della Balocco Industria Dolciaria perché avrebbe pubblicizzato in modo ingannevole la campagna "Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino".
L'Antitrust contro i pandori Balocco di Chiara Ferragni
L'Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), come raccontato da Prima Cuneo, ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti della Balocco Industria Dolciaria di Fossano poiché avrebbe pubblicizzato in modo ingannevole la campagna commerciale "Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino".
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"Questo Natale io e Balocco - ha scritto Chiara Ferragni nella didascalia del suo post su Instagram - abbiamo pensato ad un progetto benefico a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Con 'Chiara Ferragni Brand" abbiamo creato un pandoro limited edition e sosteniamo insieme un progetto di ricerca per nuove cure terapeutiche per i bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Sono davvero fiera di questa iniziativa e di rendere il nostro Natale un po’ più rosa e dolce con questo pandoro speciale".
Il prodotto veniva messo in vendita per sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing presso, come detto, il nosocomio infantile. La campagna era stata lanciata a cavallo tra i mesi di novembre e dicembre dell'anno scorso. Secondo l'Antitrust, il modo in cui veniva presentata l'iniziativa poteva indurre in errore i consumatori i quali potevano pensare di contribuire alla donazione in favore dell'ospedale. Il pandoro "griffato", con zucchero a velo rosa e stencil per riprodurre il simbolo dell’imprenditrice in particolare, veniva presentato ai clienti ad un costo più alto (9,90 euro), rispetto al normale.
Dai dettagli emersi di questa vicenda, la "società" aveva invece già deciso l'ammontare a prescindere dall'andamento delle vendite del prodotto. Il tutto quindi ha spinto i funzionari dell'Autorità a svolgere delle ispezioni nelle sedi della Balocco Industria Dolciaria con l'ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
Come raccontato da Prima Torino, al momento, l'ufficio stampa della Città della Salute sulla vicenda non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
L'esposto del Codacons e la polemica di Selvaggia Lucarelli
L'istruttoria dell'Antitrust sui pandori Balocco di Chiara Ferragni giunge a seguito sia dell'esposto presentato lo scorso 9 gennaio 2023 dal Codacons assieme all’Associazione utenti dei servizi radiotelevisivi, sia della polemica avanzata dalla giornalista Selvaggia Lucarelli.
"A gennaio, a seguito di numerose segnalazioni circa la scarsa trasparenza dell’iniziativa di solidarietà e i dubbi sull’utilizzo dei fondi raccolti presso i cittadini che avevano acquistato il pandoro, ci eravamo rivolti all’Antitrust chiedendo di accendere un faro sulla vicenda - ricostruisce il Codacons - Oggi l’Autorità accoglie in pieno la nostra denuncia aprendo una inchiesta attraverso la quale sarà possibile capire meglio i dettagli di una operazione commerciale proposta al pubblico con criteri poco trasparenti, tali da modificare le scelte economiche dei consumatori che hanno deciso di acquistare il prodotto sponsorizzato dalla Ferragni. Se l’Antitrust confermerà la pratica commerciale scorretta, avvieremo una azione legale contro la Balocco e Chiara Ferragni, chiedendo ai due soggetti di rimborsare il costo del pandoro a tutti i consumatori che hanno aderito all’iniziativa di solidarietà".
Selvaggia Lucarelli, invece, si era interrogata al tempo su quanto ci fosse in questa operazione di commerciale e quanto di realmente benefico. La giornalista, oltre a far notare come non ci fosse correlazione tra le vendite di pandori e la percentuale versata al Regina Margherita per l'acquisto di nuove strumentazioni, aveva posto l'attenzione sull'hashtag #adv del post pubblicato da Ferragni che sta ad indicare che si tratta di un contenuto sponsorizzato.
"Mi occupai di questo tema su Domani e nel podcast 'Il Sottosopra' e lo feci con grande meticolosità, soprattutto perché come saprete seguo il tema della cattiva beneficenza da anni - afferma oggi Selvaggia Lucarelli - La mia inchiesta fu totalmente ignorata dai giornali o trattata, al massimo, come polemica, 'Selvaggia attacca' e le solite idiozie che riducono il giornalismo al pollaio. Non so come finirà, ma al di là degli esiti dell'indagine della guardia di finanza e dell'antitrust per me resta un'iniziativa opaca, che fu portata avanti sia da Balocco che da Chiara Ferragni in un modo che dovrebbe finire nel manuale delle cose che si chiamano beneficenza ma che dovrebbero chiamarsi operazione commerciale con una micro-spruzzatina di beneficenza. Nel frattempo, il mio lavoro è stato trattato come una bega da rosicona, cosa a cui sono abituata".