Omicidio Carol Maltesi: la rabbia dei familiari per l'ergastolo negato a Davide Fontana
Escluse aggravanti come premeditazione, sevizie e futili e abbietti motivi
Davide Fontana, riconosciuto colpevole dell'omicidio di Carol Maltesi, è stato condannato in primo grado a 30 anni di carcere. L'uomo ha confessato di averla brutalmente uccisa nell'appartamento di Rescaldina, nel Milanese, e sezionato il corpo per poi abbandonarlo in un dirupo in Valcamonica, in diversi sacchetti.
Escluse aggravanti come premeditazione, sevizie e futili e abbietti motivi: la rabbia dei familiari della vittima.
Omicidio Carol Maltesi, 30 anni per Fontana
Trent'anni di carcere per Davide Fontana. Come racconta Prima Milano Ovest, questa è la sentenza di primo grado emessa nei confronti del 43enne che ha confessato il brutale omicidio di Carol Maltesi, 26 anni, durante un video hard girato nell'appartamento di lei in via Melzi a Rescaldina (nella corte dove viveva lo stesso imputato, amico ed ex fidanzato della vittima). La condanna è arrivata lunedì 12 giugno 2023, nell'aula del Tribunale di Busto Arsizio dopo ben 7 ore di camera di consiglio. La corte ha escluso le aggravanti della premeditazione, delle sevizie e dei futili e abbietti motivi (che avrebbero invece portato all'ergastolo), ritenute sussistenti le aggravanti della minorata difesa della vittima e la relazione affettiva tra i due.
I risarcimenti e la rabbia della zia
Per le parti civili è stato riconosciuta la somma di 180mila euro per il figlio di Carol, 20mila euro al padre del figlio della vittima, 40mila al papà di Carol e 60mila alla madre. La richiesta della pena dell'ergastolo era stata avanzata dall'accusa, rappresentata dal pm Carlo Alberto Lafiandra, mentre dalla difesa, nella persona dell'avvocato Stefano Paloschi, aveva chiesto invece il minimo della pena. Durante il processo, la perizia aveva accertato per Fontana la capacità di intendere e volere.
La decisione dei giudici di non comminare l’ergastolo a Fontana ha mandato su tutte le furie i famigliari della vittima.
"È una vergogna, mia nipote l’ergastolo lo ha avuto a vita, così come sua madre e il mio nipotino", ha commentato la zia di Carol, Anna. "Lascio tutto nelle mani di Dio, è una vergogna ci aspettavamo l’ergastolo, anche se a mia sorella non interessava, perché tanto niente le riporterà Carol", ha ribadito la donna tra le lacrime -. Per poi concludere amara che "con tutto quello che succede, tra dieci anni sarà fuori e potrà rifarsi una vita, mia nipote a 26 anni non torna più".
"Bisogna leggere le motivazioni, capire per quali sono state escluse le aggravanti da ergastolo" il commento del Procuratore di Busto Arsizio Carlo Nocerino; "Attendiamo le motivazioni, non capiamo come siano state escluse le aggravanti" le parole di Manuela Scalia, avvocato difensore del padre di Carol.
Una storia atroce
La morte di Carol aveva scossa tutta l'Italia. Fontana, così come da lui confessato, l'aveva colpita con un martello durante la registrazione del video hot, poi le aveva tagliato la gola con un coltello. Poi aveva depezzato il corpo, tenendolo per ben due mesi in un congelatore comprato sul web (due i tentativi di disfarsene, bruciandolo) fino a portarlo a Borno, in provincia di Brescia, dove lo aveva abbandonato in sacchetti lungo un dirupo, nel marzo 2022.
Maltesi, madre di un figlio piccolo, lavorava come commessa in un negozio di profumi, poi si era avvicinata al mondo del porno a pagamento attraverso il sito 'Onlyfans' col nome 'Charlotte Angie'. Una perizia psichiatrica ha accertato che l'imputato era capace di intendere e di volere. Per più di due mesi, dal telefonino della ragazza aveva risposto ai messaggi "nel tentativo di far credere loro che fosse viva". La ragazza aveva raccontato agli amici che "voleva cambiare vita, lasciare il mondo del porno" e riavvicinarsi al suo bimbo, nel Veronese. Non ne ha avuto il tempo.