Giallo di Anica, colpo di scena: l'ex datore di lavoro indagato per omicidio
Si tratta di Franco Battaggia, 76enne, soprannominato “Boss del pesce”, personaggio controverso già condannato a 18 anni per omicidio e "primula rossa" in latitanza rimasta nell'immaginario collettivo
Gira e rigira, il giallo di Spresiano, vicino Treviso, Veneto, torna sulla prima traccia presa in esame, ovvero l'ultima lasciata da Anica Panfile, la 31enne romena mamma di quattro figli scomparsa il 18 maggio 2023 e ritrovata domenica 21 maggio sotto il ponte autostradale, in un'ansa del Piave.
Giallo di Anica, colpo di scena
Anica quel giorno finisce di lavorare nella mensa della casa di riposo Città di Treviso e poi nel giro di un pomeriggio scompare nel nulla.
Arriva ad Arcade, une ventina di chilometri a Nord del capoluogo veneto, poi l'ultimo contatto del suo telefonino con una cellula avviene proprio a Spresiano. L'unica certezza è che viene vista ad Arcade in via Trieste vicino al negozio di bici Arcade Bike.
Il resto sono ricostruzioni tutte da prendere con le pinze.
Inizialmente si pensava che Anica fosse giunta ad Arcade coi mezzi pubblici (non aveva la macchina) per recarsi a fare le pulizie in casa del suo ex datore di lavoro.
E invece una settimana fa, era il 5 giugno, la vicenda ha preso tutta un'altra piega, perché appunto Franco Battaggia, 76 anni, ha rivelato alla trasmissione Quarto Grado su Retequattro di essere andato lui in auto fino a Treviso proprio per incontrare la 31enne e darle il Cud per il suo precedente lavoro alla pescheria "Il Tiburon" di Spresiano. Non è chiaro se Anica avesse anche in programma di fare le pulizie in casa dell'anziano, ma è un dettaglio secondario.
Quel che racconta Battaggia è che la giovane mamma gli parla di difficoltà economiche e di un debito da 10mila euro. Di più, aggiunge che quando arrivano a casa sua ad Arcade (zona via Trieste) le regala 5mila euro in contanti. Poi agli inviati Mediaset Battaggia racconta anche che, dopo averle dato i soldi, prende di nuovo la macchina e accompagna Anica davanti al negozio di bici di via Trieste (malgrado disti non molto dalla sua abitazione), su espressa richiesta della ragazza che doveva incontrarsi con qualcuno.
Questo è quanto, finora, il resto lo apprenderemo dagli interrogatori dei Carabinieri che questa mattina, lunedì 12 giugno 2023, hanno formalizzato a Battaggia un'avviso di indagine per omicidio e sequestrato non solo la sua casa, ma anche la sua pescheria e alcune auto e altro materiale, tra cui pc e cellulari.
L'ipotesi da verificare è che Battaggia possa aver ucciso la sua ex dipendente in casa sua e che poi abbiamo portato via il corpo con il suo pick-up.
E poi c'è la storia personale di Battaggia, che non è esattamente uno qualunque. Il 76enne, soprannominato “Boss del pesce”, è un personaggio controverso: condannato a 18 anni per l'omicidio di un nomade che voleva chiedergli il pizzo, era tornato in semilibertà nel 2010, ma evase dai domiciliari per rimanere latitante per nove mesi, prima di essere nuovamente catturato. Il suo ruolo di "primula rossa" in latitanza è rimasto nell'immaginario collettivo, nel Trevigiano e non solo.
Figura accostata anche alla Mala del Brenta è probabilmente l'ultima persona ad aver incontrato Anica.
L'ex e l'attuale compagno della vittima fuori di scena
Insomma sfumano altre piste, come quella che ha visto sotto la lente l'ex compagno romeno (e padre di tre dei suoi figli) Vasilica Lungu, con cui pur aveva una vertenza giudiziaria per aver subito minacce.
Mentre l'attuale compagno e padre dell'ultimo figlio (colui che diede l'allarme il giorno della scomparsa) non è mai stato preso in considerazione nell'indagine.
Un particolare però Luidi De Biasi, di vent'anni più vecchio di Anica, l'ha evidenziato: quando s'è diffusa la storia delle difficoltà economiche e del debito di 10mila euro, il compagno della 31enne ha negato fermamente, dicendo che la coppia non aveva problemi.
Che cosa resta da capire nel giallo di Spresiano
Naturalmente molto, moltissimo.
Ma i punti interrogativi pricipali aperti sono:
- Che cosa hanno visto le telecamere di videosorveglianza di Arcade? Ce ne sono una decina: qualcuna ha sicuramente ripreso la ragazza, anche se è stata smentita dagli inquirenti la notizia secondo cui vi sarebbe anche un filmato del sistema comunale di videosorveglianza che riprende la giovane mentre sale su una macchina.
- E le telecamere di Spresiano? Anica è stata gettata in un canale affluente del Piave dal ponticello dove si congiungono via del Fante e via Barcador (in quel punto qualcuno ha portato dei fiori in ricordo della vittima) ed è difficile che nessuna delle 46 telecamere comunali abbia ripreso qualcosa di utile.
- Il telefono cellulare di Anica Panfile non si trova più. Che fine ha fatto?
- Gli inquirenti nella sua casa di Treviso, in via Ronchese, hanno trovato un suo vecchio telefonino e un computer e anche dall'analisi delle memorie dei due dispositivi si proverà a risolvere il giallo: che cosa hanno trovato i carabinieri?
- Dal letto del Piave sono stati recuperati una felpa grigia, un mazzo di chiavi, un paio di occhiali e un accendino con tutta probabilità di proprietà della 31enne romena: sono state trovate eventuali tracce di dna utili almeno sulla felpa?
- Una pista aperta resta l'individuazione di eventuali tracce biologiche sotto le unghie della vittima: Anica potrebbe essersi difesa, considerando che secondo l'autopsia è stata uccisa a mani nude dopo una colluttazione?