A Torino

Riceve polmoni e cuore nuovi, il suo "vecchio" cuore donato a un altro paziente

L'incredibile storia di un trapianto che si è trasformato in donazione

Riceve polmoni e cuore nuovi, il suo "vecchio" cuore donato a un altro paziente
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E' una vicenda particolarmente curiosa e a tratti commovente quella che arriva dall'ospedale Molinette di Torino dove recentemente il caso di un trapianto si è trasformato successivamente in una donazione: il paziente operato infatti, dopo aver ricevuto polmoni e cuore nuovi, ha donato il suo "vecchio" cuore a un'altra persona.

Riceve polmoni e cuore nuovi, il suo "vecchio" lo dona a un altro

Quando il trapianto diventa donazione. Come raccontato da Prima Torino, alcuni giorni fa, all'ospedale Molinette, si è assistito a un trapianto di cuore domino associato ad un trapianto del blocco cuore-polmoni. Chi è poco avvezzo di chirurgia, di certo, non ci ha capito molto. Ecco perché conviene fare un passo indietro e spiegare per filo e per segno cosa è accaduto nello specifico.

Tutto ha inizio con un paziente siciliano di 43 anni  che soffre di una grave disfunzione dei polmoni per la Sindrome di Young. Il 43enne decide di affidarsi alle cure del Centro Trapianti di cuore e polmone dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Mauro Rinaldi).

Dalle analisi si scopre che il solo trapianto dei polmoni non è praticabile per una grave discrepanza di dimensioni del torace di sinistra rispetto a quello di destra. L’unica possibilità è di sostituire l’intero blocco cardio-polmonare.

Ma il suo è un cuore giovane, non malato, e non può essere sprecato. I medici decidono quindi che può essere recuperato e trapiantato in un secondo paziente.

Dalla degenza all'intervento

Intanto il paziente sta male, viene ricoverato in ospedale più volte ed a lungo, perché ha bisogno di ossigeno ed ha infezioni ricorrenti. La famiglia si trasferisce a Torino, ma l’attesa è lunga e, dopo qualche mese, il paziente decide di ritornare a casa in Sicilia.

Scoppia l’epidemia Covid e lui si infetta, ma fortunatamente sopravvive. Intanto il tempo passa ed i suoi polmoni sono sempre più malandati, finché alla fine di dicembre 2022 viene ritrasferito alle Molinette. Poco prima di Capodanno sta molto male e viene ricoverato nella Terapia Intensiva della Cardiochirurgia (coordinata dalla dottoressa Anna Trompeo, dell’équipe del professor Luca Brazzi), dove viene intubato ed attaccato al ventilatore meccanico.

La gravità della malattia consente ai medici di lanciare un appello nazionale per un trapianto urgente di cuore e polmoni. Trovare tre organi idonei non risulta facile, nonostante l’iscrizione alla lista nazionale delle urgenze. Fortunatamente, la sua funzione polmonare, seppur grave, si stabilizza. Alla fine di aprile ecco la speranza: il Centro Regionale Trapianti (diretto dal professor Antonio Amoroso) segnala, su indicazione del Centro Nazionale Trapianti, la disponibilità di un blocco cuore-polmoni di un donatore di Roma.

Il trapianto di cuore domino

Parte la corsa contro il tempo e l’organizzazione del complesso trapianto domino. Una équipe della Cardiochirurgia parte per il prelievo, il paziente viene trasferito in sala operatoria e viene chiamata in ospedale una donna di 51 anni, affetta da Displasia Aritmogena biventricolare, per ricevere il cuore che diversamente sarebbe stato sprecato. E’ un’organizzazione complessa.

Tutto è pronto: i due riceventi (uno per il blocco cuore-polmone) e l’altra (per il cuore espiantato nella sala operatoria accanto) sono pronti a ricevere ad incastro il prezioso dono in arrivo a Torino. L’intervento del blocco cuore-polmone è particolarmente complesso: i polmoni sono gravemente danneggiati, il torace è asimmetrico e poi non bisogna lesionare il cuore che la paziente nella sala operatoria a fianco sta aspettando.

L’intervento, eseguito dal professor Mauro Rinaldi con l’aiuto del professor Massimo Boffini, durato oltre dieci ore, riesce perfettamente: il cuore e i polmoni nuovi vengono impiantati e nell’altra sala operatoria il cuore espiantato viene impiantato nella seconda paziente.

Le strade di tre persone si incrociano per un momento con il passaggio di un testimone particolare: il donatore dona il blocco cuore-polmone ad un paziente che lo riceve ed a sua volta dona il suo cuore “scartato” ad una seconda paziente.

La realizzazione di questi due trapianti concatenati è il coronamento di un importante sforzo, sia della rete trapiantologica nazionale, sia dell’ospedale Molinette, che traduce in cura la generosità dei cittadini che hanno acconsentito alla donazione.

Come stanno ora i due pazienti

Attualmente i due pazienti stanno migliorando ed il loro decorso appare regolare, facendo ben sperare che possano godere appieno di questo bellissimo “regalo”.

Il Direttore Generale della Citta della Salute di Torino – Giovanni La Valle – si dichiara orgoglioso di questo intervento che sintetizza bene l’alta complessità e l'eccellenza delle cure disponibili nell'ospedale Molinette. Sottolinea, inoltre, come il trapianto di cuore non possa realizzarsi che da donatore deceduto, se non in questa rarissima situazione, dove il donatore è vivente, caso veramente unico, che ha consentito una speranza di vita in un altro ricevente in attesa di trapianto.

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