In tribunale a Genova

"Nel 2010 seppi che il ponte Morandi era a rischio crollo, ma non dissi nulla"

Gianni Mion, ex Ad della holding dei Benetton Edizione, al processo per il crollo del ponte Morandi. Gli avvocati degli indagati: "Affermazioni prive di riferimenti oggettivi"

"Nel 2010 seppi che il ponte Morandi era a rischio crollo, ma non dissi nulla"
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Sono parole che fanno rabbrividire quelle pronunciate da Gianni Mion, ex Ad della holding dei Benetton Edizione, durante il processo nel tribunale di Genova per il crollo del ponte Morandi, la strage avvenuta nel 2018 che ha causato la morte di 43 persone.

"Nel 2010 seppi che il ponte Morandi era a rischio, ma non dissi nulla".

Gli avvocati degli indagati scrivono però in una nota:

"Affermazioni del tutto prive di riferimenti oggettivi".

"Sapevo che il ponte Morandi era a rischio crollo, ma non dissi nulla"


"C'era un problema di progettazione, purtroppo nessuno pensava che crollasse. Il vero problema è quello lì".

Lo ripete fuori dall'aula dopo l'udienza fiume Gianni Mion, oggi 80enne, ex amministratore delegato della holding dei Benetton Edizione dal 1986 al 2016.

Giann Mion

Una testimonianza di quattro ore in tribunale a Genova nel corso del processo per il crollo del Ponte Morandi il 14 agosto 2018. Una strage con 43 vittime.

E nel 2010, otto anni prima, il racconto di quella riunione con l'allora Ad di Autostrade, Giovanni Castellucci, tecnici e dirigenti di Spea, collegio sindacale di Atlantia, in cui emersero i problemi del viadotto.

"Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo mi rispose 'ce la autocertifichiamo'. Non dissi nulla e mi preoccupai. Era semplice: o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Non ho fatto nulla, ed è il mio grande rammarico".

Oggi il rammarico del top manager Mion per non essere intervenuto. Rischia di essere indagato con gli altri 58 imputati.

"Se devono indagare, indagassero. Io cosa devo fare? Eccomi qua".

"Affermazioni prive di riferimenti oggettivi"

Dopo le dichiarazioni di Gianni Mion si sono espressi anche gli avvocati degli indagati, i quali, in una nota ufficiale, hanno affermato che le parole dell'ex Ad della holding dei Benetton Edizione sono del tutto prive di riferimenti oggettivi:

"Affermazioni del tutto prive di riferimenti oggettivi e riscontrabili e rese da un soggetto che all'esito dell'esame si è dimostrato inattendibile. Per certo - dicono i legali - vi è che il signor Mion della riunione 'memorabile' non ricordava il giorno, il mese, l'anno, la stagione e neppure i partecipanti e, ad espressa domanda della difesa, ha smentito la consapevolezza di qualsiasi rischio di crollo. Anzi, ha confermato che gli uffici tecnici preposti avevano garantito la sicurezza dell'infrastruttura.

Nell'esame odierno una figura apicale di Aspi quale l'ingegner Tozzi ha escluso che nel corso delle cosiddette 'induction' e in particolare nella riunione di settembre 2010 siano mai emersi 'difetti di progettazione' o rischi di alcun genere riferiti al ponte Morandi. Infine, è ampiamente emerso a dibattimento come nessuno abbia potuto riferire a Mion di una 'autocertificazione'. Infatti, la sorveglianza sul ponte avveniva si attraverso Spea sia attraverso altre società terze ed esperti qualificati che nel corso degli anni si sono avvicendati".

"Mi chiedo come si è potuto stare zitti"

Egle Possetti, presidente del Comitato ricordo vittime del Ponte Morandi, commenta così le parole di Gianni Mion:

"Mi chiedo come si possa stare zitti quando si hanno tra le mani informazioni di gravità come questa e come certe persone possano dormire sonni tranquilli. Se fossi stata al suo posto e avessi saputo lo stato delle infrastrutture non sarei stata zitta e avrei fatto il diavolo a quattro e avrei anche fatto in modo che il problema emergesse. Speriamo che qualcuno paghi".

"Coefficienti di rischio aumentati di oltre il 200%"

In aula anche Roberto Tomasi, attuale amministratore delegato di Autostrade, sentito come teste ha detto:

"Nel 2020 abbiamo visto un incremento dei coefficienti di rischio anche di oltre il 200% rispetto a quelli rilevati da Spea".

Roberto Tomasi

Tomasi ha parlato poi del cambio di passo di Aspi dopo il suo arrivo:

"Dall'inizio del mio mandato, nel 2019, ho messo impegno per attuare un piano di trasformazione aziendale cambiando le modalità di monitoraggio e manutenzione dell'infrastruttura".

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