FEMMINICIDI

Presa a colpi d'ascia dal compagno a Como, nel Barese marito accoltella la moglie davanti alla figlia

Le violente aggressioni sono avvenute nella stessa notte, tra sabato e domenica, entrambe le donne si sono trascinate in strada chiedendo aiuto

Presa a colpi d'ascia dal compagno a Como, nel Barese marito accoltella la moglie davanti alla figlia
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Una scia di sangue e violenza che non accenna a fermarsi: nelle ultime ore altri due fatti di cronaca vanno ad aggiungersi allo sterminato elenco di violenze sulle donne e femminicidi. Nel Comasco, una donna, si è trascinata in strada dopo essere stata gravemente ferita, a colpi d'ascia, dal compagno. Nel Barese, al culmine di una lite, un marito si è scagliato con un coltello contro la moglie, sotto gli occhi della figlia della coppia.

Donna ferita a colpi d'ascia per strada

Si è trascinata in strada, chiedendo aiuto, dopo essere stata colpita con un'ascia dal compagno. Come racconta Prima Como, la vittima è stata trovata sulla Statale Regina - nel Comasco - ricoperta di sangue. Nella notte tra sabato 20 e domenica 21 maggio 2023, una donna di 49 anni ha chiesto disperatamente aiuto a Tremezzina.

L'ascia sequestrata

Poco dopo le 2.30  sono intervenuti a prestarle i primi soccorsi i Carabinieri di Tremezzina e la Croce Rossa di Menaggio. Aveva traumi al volto e al ventre ed è stata trasportata in codice giallo all'ospedale Sant'Anna di San Fermo della Battaglia.

A ridurre in quelle condizioni la signora, residente a Seveso, era stato poche ore prima il compagno Mauro Giudici, 47 anni, residente a Meda ma domiciliato a Lenno. E sul territorio lacustre era già noto alle forze dell'ordine proprio per eccessi di violenza di questo tipo. Da quanto è stato raccontato dalla vittima, una versione compatibile con le ferite che ha riportato, Giudici l'avrebbe ripetutamente colpita con il manico di un'ascia (in foto) al volto, spaccandole letteralmente la faccia, ma anche al ventre dove ha riportato diversi traumi.

I Carabinieri si sono recati nell'appartamento del 47enne, trovandolo incosciente sul letto per via dell'alcol assunto con al fianco proprio l'ascia con cui aveva colpito la compagna, ancora ricoperta di sangue. Un miracolo che, in quell'eccesso d'ira, l'abbia usata al contrario, colpendola con il manico e non con la lama. L'uomo quindi è stato accompagnato al carcere Bassone di Como con le accuse di tentato omicidio, lesioni personali e maltrattamenti in famiglia.

Accoltella la moglie davanti alla figlia

Terribile anche quanto accaduto ad Acquaviva delle Fonti, nel Barese dove un uomo di 54 anni di origine albanese è stato fermato con l'accusa di tentato omicidio aggravato dopo aver colpito con  almeno tre coltellate al torace la moglie (connazionale 42enne), che ha riportato una lesione polmonare.

La donna, dopo essere stata soccorsa dal personale del 118, è stata ricoverata in prognosi riservata nell’ospedale Miulli di Acquaviva.

Il vicolo dove la donna si è trascinata chiedendo aiuto

Ad assistere all’aggressione una dei cinque figli della coppia, una ragazzina di soli 16 anni. Sarebbe stata lei a raccontare agli investigatori che la madre, dopo una accesa lite col padre, è stata colpita più volte con un coltello al torace. A dare l’allarme è stata la donna ferita che ha avuto la forza di trascinarsi in strada e chiedere aiuto. I vicini di casa sentendo le urla hanno chiamato i soccorsi mentre l’uomo si allontanava dall’abitazione.  

L'uomo è stato ritrovato non lontano dalla caserma dei carabinieri della zona: aveva ancora gli abiti sporchi di sangue. La signora aveva già denunciato il marito per violenze ma poi aveva ritirato le accuse, la famiglia era già nota ai servizi sociali che ora, con il Tribunale per i minorenni, stanno verificando se ci siano parenti che possano occuparsi dei figli minorenni della coppia.

Lui voleva violentarla, lei lo uccide: condannata a 6 anni

Intanto, fa discutere una sentenza che arriva da Alessandria, dove una donna è stata condannata a sei anni di carcere per l'omicidio di un uomo che voleva violentarla.

L'omicidio avviene a Ovada, in provincia di Alessandria il 31 dicembre del 2018. Quel pomeriggio la ragazza, commessa a Serravalle, voleva acquistare della droga. Incontrò sotto casa un senza fissa dimora, Massimo Garitta, e insieme a lui salì in auto  dirigendosi verso l’autostrada e poi imboccando una strada che porta in un campo.

A quel punto il cinquantenne tentò di violentarla. Lei si difense prendendolo a calci e si gettò fuori dall’auto. Lui, con i pantaloni ancora abbassati, scense e si allontanò di qualche passo. La commessa non perse tempo e risalì sull'auto per fuggire, investendo Garitta.

In un primo momento la ragazza viene assolta per legittima difesa, ma ora il verdetto è stato riformato.
Secondo la Corte d'Appello l'omicidio  si sarebbe potuto evitare.

Ad essere messo in dubbio non è il tentativo di violenza sessuale e neanche lo stato psicologico della vittima, ma la traiettoria di marcia scelta dalla donna per fuggire all'aggressore. La trentenne poteva scappare nella direzione opposta, lasciandosi il suo aggressore alle spalle, invece fa inversione e va incontro all'uomo mentre è a terra, ormai inoffensivo. Questione di pochi secondi. Una scelta che ha cambiato più di un destino.

 

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