Cambio di scenario

Dalla siccità alle alluvioni: cosa c'entra il cambiamento climatico e cosa succederà quest'estate

L'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po: "Le piogge di maggio allontanano il livello di siccità estrema che abbiamo avuto lo scorso anno"

Dalla siccità alle alluvioni: cosa c'entra il cambiamento climatico e cosa succederà quest'estate
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Dopo il periodo di siccità prolungata affrontato lo scorso anno, le temperature calde e anomale di questo inverno avevano fatto pensare a uno scenario simile previsto anche per la prossima estate. Ma sebbene non sia caduta neanche una goccia di pioggia negli ultimi mesi invernali, le forti precipitazioni di inizio di maggio, al di là della drastica emergenza provocata dalle alluvioni in Emilia Romagna, hanno riportato la situazione dentro standard di normalità tipici di questa stagione.

A tracciare un quadro generale sull'attuale stato delle cose è l'Autorità di Bacino Distrettuale del Po (ente pubblico che opera sotto la vigilanza del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) la quale, interpellata sul tema della siccità, per quanto sottolinei la primaria necessità di agire primariamente nei confronti della salvaguardia della popolazione colpita dalle alluvioni, ha evidenziato un cambio di scenario, con prospettive ottimistiche, che fino a poco tempo fa sembrava apparire alquanto paradossale.

Dalla siccità all'alluvione in Emilia: come cambia il quadro generale

Da un estremo all'altro senza vie di mezzo. Dopo i lunghi mesi in cui non si è visto neanche uno scroscio di pioggia, la nostra Penisola, in questo inizio maggio, è stata colpita un po' dappertutto da rovesci e precipitazioni, provocando in alcuni casi anche situazioni drammatiche, come è capitato purtroppo all'Emilia Romagna.

La quantità d'acqua caduta in Italia e soprattutto nelle Regioni del Nord, cercando di andare oltre all'emergenza alluvioni, ha prodotto però un risvolto inaspettato se lo si riferisce al tema della siccità, fenomeno che lo scorso anno aveva messo a dura prova i nostri corsi d'acqua, terreni e raccolti.

Uno scenario, considerate le scarse piogge, sembrava essere realizzabile anche nei prossimi mesi estivi. Le recenti perturbazioni, tuttavia, hanno stravolto completamente il quadro generale:

"Dopo 18 mesi di siccità protratta e prolungata, le falde sotterranee si sono scaricate e i terreni inariditi - afferma l'Autorità di Bacino Distrettuale del Po - Quando sono cadute le prime piogge a inizio maggio, il terreno, essendo reso dal tempo e dall'aridità impermeabile, ha fatto praticamente da muro. I terreni non hanno assorbito l'acqua piovana e quest'ultima si è riversata tutta a grande velocità verso il Po dagli affluenti e poi in mare. La prima perturbazione che ha spaccato il fronte di alta pressione non è stata assorbita e quindi l'apporto in termini di portata del Po è stato molto breve. Abbiamo avuto due/tre giorni di quote di livelli di Po più alti, quasi il doppio dei precedenti, anche se in pochissimo tempo sono tornati come prima. E' stato quindi un apporto molto limitato nel tempo".

Tutto però è cambiato a seguito degli ultimi rovesci di pioggia:

"La seconda perturbazione ha consentito anche sia di incrementare le portate del Po che ora sono oltre a 1000 metri cubi al secondo alla foce a Ferrara, livello in linea con la media stagionale che ci ha fatto tornare a standard di normalità (prima eravamo ben sotto i 400 metri cubi al secondo), sia di innalzare il livello dei laghi, che sono arrivati al 90% di riempimento, altro dato fondamentale per quello che è il proseguo della stagione. Oggi quindi abbiamo i grandi laghi alpini regolati (Maggiore, Idro, Iseo, Como, Garda) che sono al massimo della capacità di acqua che possono contenere. Questi diventano dei serbatoi per portare la stagione alla maturazione delle culture e dei raccolti, ottimisticamente, a luglio".

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Le sezioni principali del fiume Po negli ultimi giorni

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I volumi d’invaso dei principali Grandi Laghi regolati

Addirittura, come raccontato da Prima Bergamo, il lago d'Iseo ha toccato il limite massimo di 110 centimetri, facendo crescere il rischio che diventi fin troppo alto provocando così eventuali esondazioni.

Ed è così che in riferimento allo scenario ipotizzato di estrema siccità della prossima estate, si è verificato un ottimistico rovescio della medaglia, ovviamente con le dovute cautele, in quanto, come ribadito dalla Adbpo, la priorità va data alla salvaguardia della popolazione urbana travolta dalle fortissimi alluvioni di questo inizio maggio:

"Queste piogge - fanno sapere dall'Autorità del Po - hanno dato comunque un contributo importante. Hanno per così dire scongiurato il peggio in riferimento alla siccità. Con la pioggia caduta in questi giorni abbiamo allontanato il livello di siccità estrema che abbiamo avuto per un periodo prolungato dallo scorso anno. Ovviamente, non è dato sapere se basterà per arrivare totalmente alla fine della stagione. Non si sa se a luglio avremo già utilizzato, per tutti gli usi compreso quello civile, l'acqua accumulata in questo periodo".

Cambio di scenario che però, se riferito alle alluvioni che stanno soggiogando l'Emilia Romagna e le Marche, ha generato nuove problematiche, diametralmente all'opposto rispetto alla siccità:

"Poi però il peggio si è abbattuto su un solo fronte e cioè in un triangolo della Romagna e parte dell'Emilia e lì è stato veramente un disastro perché è successo due volte nello stesso punto e nell'arco di una settimana. Un fenomeno che comunque è da considerarsi molto strano. Ora ovviamente la priorità va data alla sicurezza e alla salvaguardia della popolazione urbana.

La grande quantità di acqua caduta in questo periodo sta provocando comunque non poche problematiche perché è caduta in modo molto violento e in un'area estremamente vocata all'agricoltura. Ciò vuol dire che i primi seminativi che riguardano l'ortofrutta dell'area romagnola, in cui operano anche grandi aziende, sono stati fortemente danneggiati".

Proprio per questo motivo, l'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po allerta sulla possibilità che quei terreni, aridi come non mai lo scorso anno, possano arrivare a un punto tale da impregnarsi fin troppo d'acqua, non potendo così più assorbirla e facendola ristagnare in superficie:

"C'è la possibilità che si infradicino troppo. In quell'area lì senz'altro. Sono inzuppati in questo momento. Anzi, in certi punti lo sono talmente tanto che l'acqua non riesce a essere assorbita. Prima il terreno, poiché era arido, era impermeabile e faceva scivolare via l'acqua senza assorbirla. Adesso invece si impregna fin troppo, al punto tale che non è possibile far entrare altra acqua".

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