Terza parte

Alla corte di poeti e scrittori: Parini, Gozzano e Boccaccio

Dalle sponde del pariniano Lago di Pusiano alle amenità del Canavese di Gozzano fino alla Certaldo di Boccaccio.

Alla corte di poeti e scrittori: Parini, Gozzano e Boccaccio
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Insieme a loro abbiamo viaggiato con la fantasia, leggendone le poesie, i racconti, i romanzi. Ora vi proponiamo di seguirne, in un certo senso, le orme: visitando i luoghi dove sono passati o quelli dove hanno ambientato i loro scritti. Un’immersione nelle loro storie, tra realtà e fantasia.

Giuseppe Parini, sulle sponde del “vago Eupili mio”

“Oh beato terreno del vago Eupili mio, ecco al fin nel tuo seno m’accogli; e del natìo aere mi circondi... Io de’ miei colli ameni nel bel clima innocente passerò i dì sereni tra la beata gente, che di fatiche onusta è vegeta e robusta”.

Quello che Giuseppe Parini canta nell’ode “La salubrità dell’aria” del 1759 è il paese in cui era nato una trentina d’anni prima e che da lui poi ha preso il nome, Bosisio Parini. Siamo sulle sponde del Lago di Pusiano in provincia di Lecco e partiamo da qui e dalla piazza principale (che non poteva che chiamarsi “piazza Parini”), davanti al municipio, dove campeggia una colonna con un busto in bronzo del poeta. Punto di riferimento, però, è il non lontano Museo della Casa Natale, in cima a un colle che domina il borgo vecchio, che si può visitare contattando l’ufficio segreteria del Comune (031.3580511): nei quattro locali dove il poeta trascorse la sua infanzia, sono conservati oggetti appartenuti alla vita rustica di quei tempi e si trovano pannelli illustrati che raccontano i diversi aspetti della vita vissuta dal Parini bambino.
A pochi passi dalla casa natale c’è Villa Appiani-Banfi-Cantù, la residenza signorile più nota del paese, con il suo ampio parco che degrada fino alle rive del lago: qui nacque il suo grande amico, il pittore Andrea Appiani, padre del Neoclassicismo, di cui fu in diversi casi stretto consulente per numerose opere pubbliche, prima fra tutti la decorazione della Rotonda dedicata ad Amore e Psiche che si trova nella Villa Reale di Monza.
Un’altra singolare dimora di Bosisio è Villa Bordone Rocchetta che ha ospitato anche le riprese di alcune scene della commedia “La banda dei Babbi Natale”, con Aldo, Giovanni e Giacomo. Si presenta con pianta “a farfalla” e ricorda un castelletto tardo medioevale, con aggiunte rinascimentali, barocche, romantiche e liberty. Se vi capita di passare da queste parti in una delle giornate di “Ville Aperte in Brianza” val davvero la pena approfittarne per visitarla.
E non lasciate Bosisio senza aver fatto una piacevole passeggiata sul lungolago dedicato al noto giornalista Gianni Brera che qui possedeva una villa ed era solito solcare le acque del lago in barca. Cosa che potrete fare anche voi quando, a primavera, verrà riattivato il servizio di navigazione con il battello elettrico. Se vi avanza un po’ di tempo, merita una visita la chiesetta romanica di Sant’Ambrogio, in località Garbagnate Rota, una piccola perla la cui origine risale addirittura al V secolo.

Bosisio Parini, la casa natale del poeta

Guido Gozzano e il suo amore per il Canavese

“Non vero (e bello) come in uno smalto a zone quadre, apparve il Canavese: Ivrea turrita, i colli di Montalto, la Serra dritta, gli alberi, le chiese; e il mio sogno di pace si protese da quel rifugio luminoso ed alto".

Bastano forse questi versi della sua poesia più nota, “La signorina Felicita ovvero la Felicità”, per dire dell’amore di Guido Gozzano per il Canavese. Qui il poeta crepuscolare piemontese, morto a soli 32 anni di tubercolosi, ricorda i giorni felici e lontani trascorsi nella “Vill’Amarena a sommo dell’ascesa” a Torre Canavese, in compagnia di una donna semplice e spontanea di cui si era invaghito.
Un borgo bello che vi invitiamo a visitare, anche per ammirare sia le opere pittoriche di artisti dell’ex Unione Sovietica - esponenti del “Realismo Socialista” che creano un museo a cielo aperto lungo le vie del paese, sia quella che viene chiamata “La Viassa”, la via felliniana lungo la quale sono esposti, sotto forma di sculture dipinte, i personaggi dei film del Maestro che ha reso grande il cinema italiano nel mondo.

Agliè, Villa il Meleto dove Gozzano compose diverse poesie

Ma il cuore di Gozzano batte soprattutto per la vicina Agliè, oggi nota per il suo Castello Ducale, collocato tra le Residenze Sabaude patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, reso famoso dalla serie televisiva “Elisa di Rivombrosa”. In particolare batte per Villa Il Meleto, la residenza estiva di Gozzano dallo stile liberty circondata da un giardino dal gusto romantico e oggi sua casa-museo. Fatta costruire nella seconda metà del 1800 dal senatore Massimo Mautino, la villa fu poi donata alla figlia Deodata come regalo di nozze per il suo matrimonio con Fausto Gozzano, dalla cui unione nacque, tra gli altri, Guido. Luogo di ispirazione per Gozzano che qui compose molte poesie, la villa riecheggia in diversi suoi componimenti, come ad esempio la poesia “L’amica di Nonna Speranza” dove viene descritto il celebre salotto in stile liberty: e ancora oggi potrete trovare “i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto!) / il caminetto un po’ tetro, le scatole senza confetti, / i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro, / un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve, / gli oggetti col mònito salve...”; ma poi anche la sala da pranzo, lo studio con la biblioteca e la camera da letto del poeta con la collezione di farfalle da Gozzano stesso allevate e catturate nello stagno collocato nel giardino della villa.
Potete anche fare un salto alla Chiesa di San Gaudenzio dove sono conservate le spoglie di Gozzano dietro una semplice lapide di marmo grigio sulla quale sono incise in oro le parole dettate dal professor Carlo Calcaterra, amico del poeta: «Ha qui pace Guido Gozzano che nel suo Canavese trovò la via del rifugio e da colloqui con gli uomini salì purificato a Dio».

Boccaccio e Certaldo

Firenze, Santa Maria Novella

Facciamo un lungo salto nel tempo e ci spostiamo in Toscana, alla corte di quel grande scrittore che è stato Giovanni Boccaccio. Il suo luogo d’elezione è la bellissima Certaldo, dove nacque (ma qualcuno dice che avvenne a Firenze) nel 1313, e dove sicuramente morì nel 1375.
Però ci arriviamo dopo altre due tappe. Infatti, consigliamo di partire da Firenze e da una delle sue magnifiche chiese, Santa Maria Novella. Perché è qui che prende il via il suo Decameron: nel 1348, mentre in città dilaga la peste, Boccaccio immagina che in Santa Maria Novella si incontrino sette fanciulle e tre giovani e decidano, per fuggire al contagio, di rifugiarsi in una villa nei dintorni di Fiesole. Approfittatene per ammirare i capolavori custoditi in questa chiesa: la Trinità del Masaccio, nella terza arcata della navata di sinistra, uno dei primi e più perfetti esemplari di prospettiva rinascimentale; il Crocifisso di Giotto, al centro della chiesa ed elevato in alto, che evidenzia il tema della passione rispetto a quello della gloria; la Cappella Strozzi, nel transetto destro, con gli affreschi realizzati da Filippino Lippi che raccontano le Storie della vita dei santi Filippo Apostolo e Giovanni Evangelista; e la Cappella Tornabuoni con il racconto della vita della Vergine dipinto dal Ghirlandaio.
Da Santa Maria Novella ci spostiamo a Villa Palmieri che il Boccaccio così descrive nell’introduzione alla terza giornata del Decameron: «Il veder questo giardino, il suo bello ordine, le piante e la fontana co’ ruscelletti procedenti da quella, tanto piacque a ciascuna donna e a’ tre giovani che tutti cominciarono ad affermare che, se Paradiso si potesse in terra fare, non sapevano conoscere che altra forma che quella di quel giardino gli si potesse dare». Questa residenza, amata dagli inglesi e anche dalla Regina Vittoria, oggi è uno dei luoghi preferiti per i matrimoni nel capoluogo toscano.
Però è sicuramente Certaldo il luogo che Boccaccio amò di più, dopo Napoli. Nel cuore di questo straordinario borgo medievale si trova la sua casa con la svettante torre e una loggia da cui si gode uno stupendo panorama della Valdelsa. Oggi è sede di un museo dedicato alla memoria dello scrittore e di una biblioteca specialistica che conserva ben 3.500 volumi a lui dedicati, tra cui alcune tra le più antiche edizioni a stampa e illustrate del Decameron. Il viaggio si conclude sulla lapide in marmo della sua tomba, nella chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, dove Boccaccio volle essere sepolto.

Certaldo, il borgo dove nacque Boccaccio
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