la riflessione

Auto storiche o solo vecchie? L’importanza di una distinzione corretta


Non tutte le vetture con più di vent’anni hanno valore storico: servono criteri chiari per proteggere davvero il patrimonio automobilistico italiano

Auto storiche o solo vecchie? L’importanza di una distinzione corretta
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Auto storiche o solo vecchie? L’importanza di una distinzione corretta. Nel dibattito sulla gestione del parco circolante italiano, è fondamentale distinguere tra le auto semplicemente vecchie e quelle che invece hanno reale valore storico. Un’auto ultraventennale non è automaticamente un veicolo da collezione: molte di esse infatti sono obsolete, inquinanti, con standard di sicurezza superati e un impatto negativo sull’ambiente in cui circolano. Considerarle storiche solo per l’età significa compromettere sia la sicurezza stradale che le politiche di sostenibilità. Al contrario, un’auto storica è un simbolo di design, cultura e innovazione tecnica, meritevole di essere preservata e valorizzata.

Auto storiche o solo vecchie?

In Italia circolano oggi circa 40 milioni di autovetture. Tra queste, 7,5 milioni hanno più di vent’anni, e il 58% rientra nella fascia tra i 20 e i 29 anni. È evidente che non tutte possono essere considerate storiche. Se si estendessero indiscriminatamente i benefici riservati ai veicoli storici a tutte le over 20, si rischierebbe di bloccare il necessario rinnovo del parco auto, ostacolando l’ingresso di mezzi più sicuri e meno inquinanti. Una gestione efficace richiede equilibrio tra tutela del passato e innovazione. Servono quindi criteri precisi, condivisi e applicabili con rigore per evitare confusione e favorire un sistema equo e sostenibile.

La selezione ufficiale: la Lista di Salvaguardia

Proprio per stabilire quali siano le auto da tutelare, ACI Storico ha creato, con il contributo di partner come Ruoteclassiche, Stellantis Heritage e i registri di marca, una “Lista di Salvaguardia”. Attualmente sono circa 325.000 le auto incluse, veicoli con reale valore culturale, storico e collezionistico. Riconoscere queste vetture significa difendere la memoria industriale italiana, senza però ostacolare l’evoluzione necessaria del parco circolante. Solo così si tutelano davvero i veri appassionati e si promuove una mobilità più sicura e responsabile, capace di guardare al futuro senza dimenticare il passato.